Una selezione delle piante più vecchie presenti nella menzione geografica Pajè, di cui sono unici proprietari. Il nome Pajé ha origine dal dialetto piemontese e identifica uno dei cru storici di Barbaresco, appartenente alla famiglia Roagna dal 1953. Situato nel cuore del comune, questo vigneto gode di un’esposizione a Sud e Sud-Ovest e si distingue per il suolo marnoso-calcareo, particolarmente ricco di calcare attivo, soprattutto nella celebre parcella Crichet Pajé. La collina di Pajé, di origine marina e risalente al Cenozoico, è un tipico esempio di paesaggio delle Langhe: un anfiteatro naturale a circa 230 metri di altitudine, protetto dai venti e influenzato positivamente dal vicino fiume Tanaro, che regola il microclima locale.
Nel vigneto si coltivano principalmente uve Nebbiolo (1,83 ettari), mentre nella parte inferiore è presente anche il Dolcetto. Le viti, esclusivamente di origine massale, hanno un’età media superiore ai 50 anni, e rappresentano un patrimonio vivente di biodiversità e tradizione.
Una produzione esclusiva di circa 2.500 bottiglie, che esprime la massima espressività del cru Pajé attraverso viti ultracinquantenni, capaci di restituire un vino di nobile intensità e trasparente profondità.
Appunti del sommelier
Analisi sensoriale
Colore rosso granato luminoso e profondo.
Al naso si apre con un bouquet etereo e stratificato: frutti rossi maturi, ciliegia e lampone, si intrecciano a note floreali di viola e rosa, accenni di agrumi canditi, erbe aromatiche, spezie dolci e leggere sfumature balsamiche, cera d’api e tabacco.
Al palato colpisce per l’equilibrio tra forza e leggerezza: il sorso è ampio, elegante, con tannini fitti ma perfettamente levigati, sostenuti da un’acidità vibrante e una struttura austera, tipica delle vecchie vigne. Il finale è lunghissimo, raffinato e salino, con una persistenza fruttata che lascia un’eco profonda e armoniosa.
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