Montrachet è stato riconosciuto per la prima volta come Grand Cru AOC nel 1937, contemporaneamente al suo vicino Bâtard-Montrachet. Le regole relative alla denominazione richiedono che i vini di Montrachet siano composti interamente da Chardonnay, sono indicati dal luogo di origine piuttosto che dal vitigno. La resa base consentita di Montrachet è di 40 ettolitri per ettaro e la maturità minima dell’uva è del 12,0% di alcol potenziale.
Il vigneto Montrachet si trova quasi a cavallo del confine tra i comuni di Puligny-Montrachet e Chassagne-Montrachet, proprio al centro dei cinque siti Grand Cru. Il vino del versante Chassagne è generalmente indicato come “Le Montrachet”, mentre il vino del versante Puligny è noto come “Montrachet”. Di conseguenza abbiamo Montrachet, un vino Grand Cru e Puligny-Montrachet e Chassagne-Montrachet, che sono semplicemente denominazioni di villaggio.
Aubert de Villaine, affina continuamente le varie fasi di viticoltura e vinificazione di tutti i vini dell’azienda: le pratiche viticole nella tenuta, sono organiche e biodinamiche, la vendemmia e la vinificazione sono al 100% manuali. Il compost a base di radici di vite schiacciate, bucce d’uva e residui della fermentazione è l’unica forma di integratore del terreno. Inoltre, per evitare di compattare il terreno con l’uso dei trattori, sono stati reintrodotti i cavalli per coltivare la vigna. Le rese delle viti di Chardonnay vengono mantenute basse (intorno ai 25 hl/ha) mediante la potatura. La selezione delle uve per tutti i vini è severamente rigorosa, le uve vengono ordinate in piccole ceste, poi esaminate singolarmente su tavoli di triage (“table de trie”) prima di essere lavorate. Non avviene la diraspatura; invece i grappoli interi vengono vinificati con una lunga svinatura a bassa temperatura. É ferma convinzione di de Villaine che il vino si fa in vigna. I vini trascorrono dai sedici ai venti mesi nella quercia di Troncais, fornitura privata del domaine dalle foreste di Troncais, prima dell’imbottigliamento. Anche la tostatura e l’essiccazione del legno sono adeguate alle esigenze della singola annata. Non c’è filtrazione e se necessario viene eseguito il travaso delle botti. La chiarificazione è tradizionale, utilizzando gli albumi freschi.
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