Cros Parantoux è un bell’esempio di terroir svelato da un uomo: di terroir praticamente incolto, che tuttavia è ben orientato verso est, ma difficile da lavorare. Henri Jayer riuscì a ricavarne la quintessenza Vosne-Romanée. Il vigneto è in pendenza, sassoso, il terreno non è profondo. La cuvée più piccola, ma la nostra più famosa! I vitigni risalgono agli anni ’50. Stranamente, nonostante la loro età, le uve che producono sono generalmente piuttosto grandi. Ovviamente non c’è paragone con le uve dei cloni moderni, ma la loro concentrazione non si può intuire dal loro aspetto. A causa della loro situazione, tendono a maturare tardi.
La vinificazione non richiede molta estrazione, in quanto il vino possiede la struttura naturale necessaria. La priorità va data alla morbidezza e rotondità dei tannini. E comunque, non vedono l’ora di esprimersi.
L’evoluzione è molto lenta, l’elevata acidità assicura che si svolga senza intoppi. Le botti nuove giocano un ruolo importante nell’apertura del vino, che si può cominciare a capire solo alla fine del periodo di maturazione: bisogna avere pazienza! Ha un altissimo potenziale di invecchiamento in quanto per lungo tempo il vino conserva la sua naturale freschezza.
Appunti del sommelier
Analisi sensoriale
Rubino lucente e cristallino, di ottima consistenza.
Cattedrale dell’eleganza, ampio ed eccellente, rosa canina e geranio, piccoli frutti rossi croccanti e dolci, la fragolina e i gelsi neri e bianchi, fichi blu e agrumato di mandarino cinese, melograno ed anguria, pepe nero di sarawak, spezie dolci e tartufo bianco, idrocarburi e menta fresca.
Chiudete gli occhi e godetevi il momento oppure viaggiate nel futuro.
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